La boassa è un termine dialettale veneto, che sta ad indicare una merdona di vacca dal peso di 3 o 4 kg. e della grandezza di un cappello da monsignore. Questa valanga di merda, la vacca la può espellere da seduta o in piedi. Quando la fa da seduta non succede niente di notevole, la boassa, appena uscita dal corpo della vacca, si squaglia lentamente sopra la paglia e tutt’al più scorre lungo la coscia dell’animale imbrattandola. Le cose cambiano di molto quando l’animale sta in piedi. Il primo segnale lo da alzando la coda, poi lentamente apre l’orifizio anale, appare una massa scura grande come la testa di un uomo ed infine cade giù in due tempi, con un fragore simile a due sonori schiaffoni. Quando tantissimi anni fa, ci si riuniva a far filò nelle stalle per evitare i rigori invernali, queste cose, in una sera, potevano succedere anche una decina di volte e stranamente nessuno ci faceva caso, anche se il fatto fosse successo a 2 metri di distanza. Orbene, una sera avemmo la visita di Giorgio, un vicino di casa. Io mi trovavo in una posizione dalla quale vedevo bene sia Giorgio, che la Principessa, la vacca che gli era a lato. Ogni vacca aveva il suo nome. Giorgio, ancora intabarrato, stava parlando con mio padre, occupato a riparare un rastrello. Ad un tratto la Principessa alzò la coda e proprio nel momento che la massa nera apparve all’orifizio anale, ebbe un violento colpo di tosse. La merdona partì come un missile, passò a 3 dita dal naso di Giorgio ed andò a schiantarsi sul muro opposto. Giorgio esterrefatto fece rapidamente un passo indietro, quando la boassa era ormai già transitata, ed esclamò: “luamara d’ona vaca, voto cparme?” Il primo a ridere a crepapelle fui io, perché potei vedere chiaramente ogni particolare del fattaccio. Tutti gli altri cominciarono a ridere un po’ più tardi, ma continuarono per 8 giorni.
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